mar 30, 2020

Sbagliando si impara: piccoli errori per grossi danni in differenziata

 

Talvolta errori banali possono causare gravi danni. Junker ti aiuta a riconoscerli per non commetterli di nuovo.

Negli ultimi anni è molto cresciuta la nostra consapevolezza sul danno ambientale e l’importanza di adottare rapidamente comportamenti più responsabili e “circolari”: riduzione del rifiuto indifferenziato, riciclo, riuso, condivisione, riparazione sono diventate le nostre parole d’ordine.

Tuttavia, l’errore è sempre dietro l’angolo, persino per i differenziatori più esperti: errori all’apparenza di poco conto che invece possono causare grossi problemi al processo di riciclo dei vari materiali. Talvolta, paradossalmente, è proprio la nostra buona volontà di differenziare e riciclare di più a causare il problema… perché magari conferiamo nella differenziata degli imballaggi o oggetti che purtroppo non si possono differenziare.

Questo articolo vuole essere una sorta di mini-guida agli errori più frequenti nella raccolta differenziata, che si verificano spesso proprio perché molti non li considerano affatto degli errori! Pronti per questo avventuroso viaggio nella giungla della differenziata?

Di vetro ce n’è uno solo!

Sono diversi quei materiali che viene quasi spontaneo conferire nella raccolta del vetro, ma in realtà non ci vanno: ceramica e pyrex, ad esempio, che hanno una temperatura di fusione più alta rispetto a quella del vetro; il cristallo, che ha un’alta percentuale di piombo e non può quindi essere riciclato. Hai rotto l’ennesimo piatto o bicchiere del servizio buono ereditato dalla nonna? Getta tutto nell’indifferenziato e…non farti scrupoli di coscienza!

Imballaggio o oggetto, questo è il dilemma

Tutto ciò che è in plastica lo conferiamo nella plastica: logico, no? E invece questo ragionamento non vale per la raccolta differenziata. In Italia, infatti, vengono mandati a riciclo soltanto gli imballaggi, quindi tutto ciò che viene usato per contenere e proteggere un prodotto. Oggetti in plastica, come secchi e bacinelle, articoli di cancelleria, spazzolini da denti non sono tra i fortunati ad essere riciclati. Quando ti appresti a gettare un rifiuto nella raccolta plastica, la domanda che devi porti non è soltanto “Questo è di plastica o no?”, ma anche “Questo è un imballaggio oppure no?”.

Lo separo, non lo separo, lo separo, non lo separo…sì, lo separo!

Il vero errore per i metalli non è tanto cosa conferire nella raccolta, ma piuttosto non raccogliere affatto alcuni rifiuti in alluminio ed acciaio. Tappi, fogli e vaschette in alluminio, bombolette spray, grucce in filo di ferro sono tutte cose che puoi differenziare. Non farlo sarebbe uno spreco enorme!

L’apparenza inganna, lo scontrino pure!

Alzi la mano chi non ha mai, anche involontariamente, gettato uno scontrino nella carta? È un gesto che viene quasi automatico, ma non c’è nulla di più sbagliato. Gli scontrini sono infatti realizzati in carta termica, non compatibile con il processo di riciclo della carta.

Stesso discorso vale per la carta forno, che invece è carta siliconata, anche questa non assimilabile alla normale carta spedita al macero. A meno che non usiate la carta da forno compostabile, che a quel punto può essere conferita nella raccolta della dell’organico.

E la carta per gli affettati? Ne esistono diversi tipi, quindi per non sbagliare è sempre meglio controllare in app. Insomma, non tutto quello che si chiama carta va nella raccolta omonima!

Il sacchetto della discordia

Per l’organico l’errore più comune non è in ciò che si differenzia, bensì nel sacchetto che usiamo per raccogliere l’organico. I sacchetti biodegradabili devono essere anche certificati compostabili per essere usati per la raccolta dell’organico. Usare un normale sacchetto di plastica può far perdere parte della frazione organica che rimane impigliata nei sacchetti nel momento in cui vengono scartati dalle macchine e può “inquinare” il prodotto finale nel caso in cui piccoli frammenti di plastica rimangano nel risultato del processo di compostaggio, cioè il compost.

Se un RAEE vuoi smaltire, al negozio lo puoi conferire

1 contro 1? E che cosa è, una sfida western? Ma no, l’1 contro 1 riguarda i RAEE, i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Molti non sanno ancora che questi rifiuti (smartphone, tablet, televisori, elettrodomestici) possono essere smaltiti non solo all’ecocentro, ma anche nei normali negozi di elettrodomestici. Come? Basta riportare indietro il prodotto che si vuole smaltire ed acquistandone uno nuovo di pari valore, il negoziante è obbligato a riprendersi quello vecchio ed occuparsi del suo smaltimento. Anzi, molti esercizi offrono gratuitamente il servizio di ritiro direttamente a casa tua, quando compri un nuovo elettrodomestico.

Ancora più semplice è l’1 contro 0, che vale per i RAEE di piccole dimensioni, come auricolari o lampadine: queste puoi addirittura lasciarle in negozio senza bisogno di comprare qualcosa di nuovo (obbligatorio per negozi con una superficie di vendita superiore ai 400 mq). E ricorda, lasciare la lavatrice sul ciglio della strada non è un’opzione valida! Le sentinelle di Junker con le loro segnalazioni ambientali sono pronte a documentare il misfatto!

Anche dopo la lettura di questa mini-guida ti sono rimasti dubbi sulla raccolta differenziata che ti tormentano? Fai un giro su Junker app per trovare risposta a tutti i tuoi quesiti. Solo così la tua differenziata sarà davvero perfetta!

 
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