feb 11, 2025

Sanremo: che musica ha la sostenibilità?

 

A caccia di indizi sostenibili a Sanremo.

Noi di Junker abbiamo un chiodo fisso: la sostenibilità ambientale, è proprio una grande passione, una “lente” che abbiamo sempre sugli occhi e che ci fa vedere il mondo attraverso milioni di sfumature di …verde.

E quindi poteva sfuggire Sanremo al nostro sguardo inquisitore di attivisti della sostenibilità?

Certo che no, ci siamo gettati con entusiasmo nel Fantasanremo creando una nostra Lega , le Singing Zebras (la mascotte di Junker è una zebra) e una nostra squadra di campioni, da scegliere in base alle loro posizioni ambientaliste, al loro attivismo, alla loro difesa appassionata del mondo naturale, animale e vegetale, al loro farsi testimonial di cause importanti.

Sicuri di avere l’imbarazzo della scelta dei campioni tra cui scegliere, ci siamo lanciati nell’esame delle biografie, delle dichiarazioni, degli outfit, dei testi delle canzoni…

Scoprendo con dolore che in realtà ce ne sono proprio pochini.

Intrigati (e preoccupati) abbiamo messo la lente verde sul festival per intero, con la sua organizzazione, le sue serate e il suo regolamento: nessuna traccia!

Nel regolamento di Sanremo si dice: “divieto di discriminazioni, di incitamento alla violenza e all’odio, tutela delle minoranze, onorabilità delle persone, diritto alla riservatezza dei dati personali, pluralismo, proprietà intellettuale, diritto d’autore e diritti connessi”: nemmeno un riferimento a sostenibilità, ottimizzazione delle risorse, rifiuto degli sprechi, attenzione all’impatto ambientale, nulla!

Insomma, Sanremo sembra ad oggi impermeabile non solo ai temi, ma anche alle pratiche che la sensibilità (finalmente) comune per il cambiamento climatico e la penuria delle risorse hanno reso non solo auspicabili, ma sempre più spesso obbligatorie! Pensiamo alle grandi aziende obbligate ai bilanci di sostenibilità, sia nella pratica sia nella propria comunicazione istituzionale.

Direte: ma come siete barbosi voi ambientalisti, sempre lì a puntare il dito! Sanremo è glamour e spettacolo, non sarebbe la stessa cosa senza fiori (di serra, recisi… molto insostenibili) e luci sparate al massimo (spreco energetico inutile!).

Ma, a parte che grandissimi artisti, come i Coldplay ed Elisa, hanno iniziato a coniugare grande spettacolo con sostenibilità (non sempre riuscendoci benissimo, ma almeno iniziando un percorso, dando un esempio, cercando nuove modalità di farlo), ma non ci sembra che ignorare totalmente l’argomento sia una soluzione. A Sanremo sono saliti sul palco tanti temi, oltre alla musica: i diritti sociali, le discriminazioni, lo sport, la lotta alla criminalità, etc etc… di tutto e di più, tranne solo e sempre la sostenibilità.

La sostenibilità ambientale è la grande assente del festival.

E allora noi ce la portiamo!

Intanto abbiamo creato la nostra Lega nel Fantasanremo a cui vi invitiamo a iscrivervi e poi, a partire da mercoledì mattina, a valle della prima serata e per ognuna delle giornate seguenti, pubblicheremo le nostre pagelle della sostenibilità.

Seguiremo le serate con le lenti verdi degli “avvocati dell’ambiente” e per ogni serata compileremo una pagella che andrà a valutare la presenza della sensibilità all’ambiente nei testi delle canzoni, nei look e nelle dichiarazioni di cantanti, ospiti, presentatori. Anche i comportamenti saranno oggetto della nostra valutazione, perché possono essere emblematici (tutti ci ricordiamo con orrore di Blanco che prende a calci i fiori).

Quindi vi invitiamo a seguirci, ad aiutarci, nel caso abbiate notato cose che a noi possono essere sfuggite, o anche per dirci che non siete d’accordo con i nostri giudizi (ci può stare).

Insieme riporteremo la grande assente dentro al festival, con ironia e come nostra offerta a una riflessione ormai doverosa.

E comunque andrà sarà un successo perché…Sanremo è Sanremo!!

 
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